Shaki è una delle più antiche città dell’Azerbaijan e la sua storia è stata plasmata da una posizione di rilievo come mercato centrale sulla Via della Seta.
La città vanta il più prezioso patrimonio architettonico del Paese. Molti luoghi pubblici e case private in Shaki sono decorati con lo ”shebeke” (mosaico tradizionale), un reticolo di legno di pezzi di vetro colorato, tenuti insieme senza colla o chiodi. Questa tecnica complessa e segreta è nota solo a pochi esperti artigiani che tramandano la loro arte di generazione in generazione.
Secondo gli storici azeri, il nome della città risale al nome del popolo dei Sakas, che occupò il territorio corrispondente all’attuale Azerbaijan nel VII secolo a.C. e vi si stabilì per molti secoli.
Shaki è famosa per il Palazzo del Khan risalente al XVIII secolo.
Il palazzo fu costruito nel 1762 da Hussein Khan, che fu anche un noto e raffinato poeta che operava sotto lo pseudonimo di Mushtag. L’edificio a due piani è decorato con splendidi affreschi e magnifici mosaici in vetro, noti come “shebeke”.
La residenza misura trentadue metri per otto metri e mezzo all’esterno. Il palazzo è costituito da una struttura in muratura di mattoni a due piani che si estende sull’asse nord-sud. La disposizione dei due piani è identica; tre stanze rettangolari sono collocate in successione, accessibili da uno stretto ingresso.
La residenza estiva è rinomata per le squisite decorazioni. Motivi floreali e geometrici ricoprono totalmente le facciate esterne. Affreschi del XVIII secolo forniscono una straordinaria continuità decorativa lungo le pareti interne della residenza. Molti degli affreschi rappresentano vasi di fiori, allo stesso tempo una serie di decorazioni nelle sale del piano mostrano scene di caccia e di battaglia.
Gli affreschi sono stati eseguiti da artisti noti come Ali Kuli, Kurban Kuli e Mizra Jafar da Shemaha, Usta Gambar da Shusha. Secondo le fonti l’artista Abbas Kuli, è considerato l’architetto della residenza estiva.
Raro esempio di perfetta combinazione tra la tradizione architettonica nazionali e l’arte costruttiva delle residenze regali, per lo shebeke del Palazzo del Khan è stato utilizzato vetro colorato giunto direttamente da Venezia.
A quel tempo l’Azerbaigian, governato dalla dinastia dei Safavidi, aveva stretti rapporti commerciali con Venezia. La Repubblica di Venezia ha fornito i tradizionali vetri di Murano in cambio dalla preziosa seta di Shaki. I vetri di Murano, che diffondono raggi di luce colorata, quando il sole vi penetra attraverso, sono stati utilizzati per creare la straordinaria “Shabaka” (vetrata) del Palazzo.
La gente era solita dire: “Gli svizzeri sono noti per i loro orologi, ma gli abitanti di Shaki sono noti per la loro seta”. Nei mercati europei, in particolare a Venezia, la seta di Shaki era largamente apprezzata tanto quanto la seta giapponese e cinese.
Il palazzo, che era all’epoca una residenza estiva dei Khan Shaki, rimane ancora oggi uno dei simboli più importanti dell’Azerbaijan e un prezioso dono della cultura azera all’umanità.
Il poeta turco Nazim Hikmet scrisse: “Se non ci dovesse essere nessun altro edificio in Azerbaijan sarebbe sufficiente mostrare il palazzo del Khan al mondo”.